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obviam

Chiameremmo questo percorso di fede una "spoliazione". Anzitutto, si tratta di una spoliazione dal proprio personaggio, dal "costruito", ma non come una ribellione, piuttosto come un abito dismesso, che perde importanza ai suoi occhi.

C'è una "nudità necessaria", per chi segue Cristo.

"Fratello Sole, Sorella Luna" (Zeffirelli, 1978) è una "ribellione" contro un sistema che Francesco percepisce "opprimente".

"Dicci quello che vuoi", chiede il vescovo, e nel film emerge proprio questo: "quello che vuole". Cristo, e quel che Egli vuole, non emerge minimamente. Non si affaccia.

Vuole la rivoluzione personale: "Voglio respirare la libertà e la purezza che respirano" gli uccelli, "se la vita è ridotta a questo meccanismo opprimente" della società, esclama: "deve esserci qualcosa di meglio". Ecco, questo qualcosa è il desiderio. Cristo no. "Sogna" una realtà diversa. Vuole "cambiare la realtà".

L'obiettivo è "ritrovare la gioia... arrampicarci sugli alberi.... sentire il calore della terra nuda, senza scarpe". Fugge dalla realtà.

"Voglio essere povero, Cristo era povero... voglio essere libero", sì, ma senza Cristo. Non c'è posto per il Signore che è nominato per essere imitato, e poi dimenticato. C'è il nome, non la sequela. Gli astanti, nel film, sono sorpresi perché si spoglia dei beni, non del motivo della spoliazione. 

"Non ci sono più padri, non ci sono più figli", in Zeffirelli, ma Francesco incontra e scopre il Padre, oltre suo padre.

2. La Croce di Stoffa

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Viladomat , F. davanti al Crocifisso
Giotto, Rinuncia ai beni
Rinuncia ai Beni, Ss. Trinità, Fi
Benozzo Gozzoli, Rinuncia ai beni
Giotto, Rinuncia ai beni
San Francisco renuncia a sus bienes
Velazquez, Il bacio col lebbroso

observa

 

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"Seguirò nudo 

il Cristo nudo".

 

obsculta

"Sembra che Giovanni il Francesco vi arrivi per caso" (pag. 20)

"Il crocifisso è l’unico che abita quella casa. Nel momento in cui il Francesco entra per Lui, entra per rimanere davanti a Lui, quella casa è abitata". (pag 23)

"Pietro gli apre la porta" (pag. 41)

Decidersi ad entrare.

“Chi può meglio trattarti: un signore o un servo?”.
Rispose: “un signore”. (pag. 40)

"Se vuoi capire cosa provi Francesco, prova a toglierti il vestito di dosso, vesti l’accattone, siediti sui gradini dove siede uno che vive per strada, prendi da bere mentre beve, vedrai che non esisti agli occhi di chi passa. Fa male al cuore, perché non c’è uno sguardo per te. Non c’è posto per te. Non ti è dato da nessuno, come non ci fossi. Francesco è lì, e non c’è uno sguardo per lui. A Gubbio, non ad Assisi: nessuno lo conosce, non lo riconosce nessuno, ed è appunto nessuno." (pag. 61)

"Francesco caduto dalla nobiltà ha scalpitato tra le cianfrusaglie della sua ricchezza, poi si è acquietato. Qui accade, senza niente di spettacolare, il suo cambiamento." (pag. 56)

"Per un attimo soffermati sul corpo nudo del giovane: è un
imperativo gridato al padre, svestimi, ed una preghiera rivolta al vescovo, vestimi. L’imperativo è forte, ma Pietro di Bernardone non si muove" (pag. 47).

"Giovanni il Francesco è nudo nel freddo.
Fa teatro. Il gesto è esagerato, plateale, di fronte a tutti, perché tutti vedano e parlino. Il vescovo non se lo aspetta. Non c’è bisogno. Non è concordato" (pag. 47).

"Sembra che ci sia sempre un dominus Petrus in questi giorni, un copione che gira pagine uguali, fa entrare su scene diverse uno stesso personaggio con fattezze e stoffe diverse." (pag. 45).

"Devono aver litigato e urlato parecchio e parecchie volte
a casa, prima di far giudicare la cosa in tribunale. Il padre
Pietro è determinato" (pag. 45)

"Il Signore ha dato a me, frate Francesco, di cambiare idea" (Testamento di Siena, pag. 54)

"Francesco ha smesso di adorare la città, quando il Signore
lo ha fatto scendere tra i lebbrosi che gli hanno strappato di dosso i suoi sogni. Forte, troppo forte, ma almeno ha toccato con mano una persona per la prima volta. Ah, ha cominciato a toccare con mano se stesso in quel luogo senza specchi" (pag. 257).

"L’occasione arriva mentre è nella chiesetta, davanti al crocifisso.
Arriva Pietro" (pag. 40)

Decidersi è tutto.

 

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