Seconda Edizione. Chiara.
- Don Rocco Malatacca
- 6 nov 2016
- Tempo di lettura: 3 min

I lettori mi hanno chiesto come mai la figura di Chiara non era così presente nel libro. La storia appassionante di Chiara e Francesco domina ogni immaginario nei film e fa scrivere e la cosa mi ha incuriosito perché in passato mi sono soffermato anch'io su questo bel legame tra due santi, anche con un certo interesse, ma non avevo mai messo mano all'argomento prendendolo di petto.
Per me è stata una sorpresa non trovare nulla, nelle "Fonti Francescane", che potesse rimandarmi a un amore tra i due, per cui una pagina dopo l'altra ho cominciato frugando credendo di trovare baci ed ho trovato un padre e mi ha assolutamente incuriosito.
Chiara va da Francesco (LegSC 5,14) non appena torna, forse due anni dopo, e Francesco visitat istam, la visita, anche se è la giovinetta ad essere attratta da lui: più spesso è questa a visitare lui (LegSC 5,14). Vuole vederlo, vuole ascoltarlo dal vivo, non tepido corde cupit hunc audire, videre, non certo con cuore tiepido desidera vederlo, ascoltarlo (2LVeVI,1). Il desiderio è frequente, visitationum suarum tempora moderantes, cerca di scegliere il tempo più confacente per le sue visite (LegSC 5,14-15) perché sa bene che potrebbe creare chiacchiericcio tra la gente il fatto che una ragazzina, nobile, unica tantum familiari socia comitante, con un'unica serva di famiglia che la accompagni (LegSC 5,16), esca dal rione per raggiungere questo giovane.
Questa giovinetta presenta delle sorprese perché non è animata da un sentimento usuale, ma di una natura incredibilmente profonda quanto semplice.
Anzitutto una domanda: in che modo un santo vive i suoi sentimenti e come li esprime? Sembra qui che il desiderio santificato sia anche amplificato e non sia misurato affatto dall'umano rispetto e dalle abitudini di un luogo preciso. Sembra che riacquisti la genuinità di un bambino ed anche la sua straordinaria forza che ha dalla sua quella forma amorfa, non incanalata, non scolarizzata, che noi potremmo a buon diritto dire serenamente libera.
Per due giorni ho seguito attentamente il modo di esprimersi di questa giovane Chiara, ed ho visto come un santo cerchi da un altro santo essenzialmente il legame. Può sembrare una banalità ed invece proprio oggi non siamo in diritto di poter usare questa parola in modo univoco, attribuita ad un santo ed a noi. Rifiutare lo Spirito santo ha reso lentamente gli esseri umani sempre meno capaci di vera capacità di legame, per cui una generazione ha ridotto il legame a "sentirci insieme perché abbiamo stesse vedute, stesse opinioni", in quell'età dei partiti e delle associazioni che hanno gridato in nome della tolleranza mentre ci si ammassava in base all'omologazione. Nell'epoca della massa le persone hanno scambiato per legami la "partecipazione", credendo di stringersi insieme facendo tutti insieme qualcosa di uguale, "guardando nella stessa direzione". Sbaglia chi crede che sia un tipo di legame superficiale, perché si tratta di un'obbedienza profonda quanto totale, quella che coinvolge tutti questi esseri umani, eppure vuota e virtuale perché dentro, nella parte più intima, l'uomo resta isolato.
Poi, è arrivata la tecnologia del dopoguerra e le persone hanno inneggiato a questa grande società che saliva con l'applauso dal desiderio di tanti, in pace, organica, seduta al tavolo del ragionamento, e gli uomini hanno poi combattuto con ribellione quelli che avevano idee e pensieri diversi, hanno agito "per risonanza, per partecipazione...invitando... a vibrare all'unisono"(McLuhan). Nell'epoca tecnologica le persone "vibrano all'unisono", "risuonano" insieme e chiamano questo legami, fanno risuonare emozioni e la chiamano empatia. Sbaglia chi dice che questo tipo di legami siano superficiali, anche se è pur vero che sono "a pelle", perché davvero si tratta di un'obbedienza profonda quella che fa vibrare quando vibra un altro, eppure altrettanto vuota e virtuale, dal momento che smuove tutto l'essere umano, lo muove, lo agita ma dentro lo lascia assolutamente freddo.
Niente di tutto questo il santo, che invece si accosta ad un altro essere umano, o a un altro uomo santificato, e non agisce "per risonanza", né per "partecipazione", né "vibra all'unisono" con l'altro, eppure stringe un nodo con lo spirito, intimo, interno, e si lega.
Noi abbiamo visto i santi amarsi e li abbiamo chiamati legami, in cui "a pelle" nulla li accomuna, ma "dentro" sono come un'unica persona, modellandosi insieme.
Chiara è così, mi ha fatto piacere imparare da lei, che è mite ed umile di cuore quando cerca in Francesco un padre a cui legarsi.
Credo sia un'esperienza molto più intensa ed interessante dell'innamoramento alla Zeffirelli.
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